5Square è il complesso residenziale di edilizia convenzionata di via Antegnati a Milano. Il progetto è caratterizzato da un approccio sostenibile all’abitare, a partire dalla natura stessa dell’intervento: un’operazione di riuso e rifunzionalizzazione degli edifici esistenti tecnicamente all’avanguardia progettata dallo studio Barreca & La Varra. Questa sua particolare vocazione ha permesso al progetto di ricevere il premio In/Architettura 2023 Lombardia.
Il progetto
Il progetto “5square” ha previsto la rifunzionalizzazione di un’area abbandonata situata alla periferia Sud di Milano, sulla quale erano esistenti 5 volumi incompiuti, risalenti ad un’iniziativa immobiliare degli anni ’80.
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Studiati e progettati inizialmente per ospitare uffici, gli scheletri strutturali versavano in uno stato di totale abbandono.
“5Square – racconta il Project & Construction Manager Geom. De Stefano Vito di D&Ds.r.l. società che si è occupata del coordinamento ed ingegnerizzazione generale al progetto – è stato per noi un progetto molto ambizioso, che è stato portato a termine di recente e che ha dato vita alla realizzazione di circa 500 nuovi alloggi, oltre un consultorio, un poliambulatorio, un asilo nido privato e diverse altre aree commerciali.
Il tutto è stato circondato da spazi verdi riqualificati, aree giochi e fitness, molteplici punti di aggregazione e di servizio per la collettività. Trovandoci in una zona alle porte di Milano, l’obiettivo principale del progetto è stato senz’altro cercar di creare un quartiere che potesse diventare vivo, in un’ottica di partecipazione e scambio tra gli abitanti, e che scongiurasse il più possibile il rischio di generare il classico quartiere “dormitorio”. Il target cui è destinato l’intervento: un mix di tipologie abitative, da monolocali a quadrilocali, destinate principalmente al social housing e quindi a diverse stratificazioni sociali meno abbienti, utenza al centro di grandi attenzioni sul mercato milanese.
L’intera progettazione è stata condotta con il focus principale su costo e funzionalità, senza mai rinunciare alla piacevolezza estetica, in una prospettiva di facile manutenzione del complesso da parte del Gestore.
L’aspetto che più ci ha appassionato di questa iniziativa è stata senz’altro l’opportunità di poter recuperare gli elementi edilizi esistenti, per ridare loro un
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nuovo scopo, una nuova vita, nell’ottica anche di riqualificare un’area periferica che ormai era divenuta preda di piccola criminalità zonale”.
Le sfide colte
“Questo progetto è stato sfidante da tanti punti di vista. – spiega il BIM Manager Arch. Alessandro Ruberto – In primis, la voglia di recuperare il più possibile l’esistente (con le difficoltà amministrative annesse e connesse) ci ha spinto a voler conservare le strutture già esistenti, rifunzionalizzandole, per accogliere anche nuove sopraelevazioni. In secondo luogo, abbiamo dovuto trovare il giusto incastro per i vari mix abitativi desiderati, sia nel rispetto delle maglie strutturali esistenti, sia in compliance con i vincoli urbanistici. La conformazione originaria degli edifici, regolare e a pianta quadra, ci ha consentito però di poter destinare a ciascun appartamento grandi logge e balconi, per regalare una maggiore vivibilità degli spazi”.
Progettazione BIM
Questo progetto è stato gestito in BIM già dalla fase primordiale del concept. “Questo ci ha dato l’opportunità di indirizzare subito le strategie tecniche ed economiche nella direzione giusta – afferma il BIM Manager Arch. Alessandro Ruberto – e la possibilità di gestire dei modelli tridimensionali che racchiudessero tutte le singole fasi di questo complesso progetto (dallo stato di fatto, allo strip-out intermedio, passando per l’implemento delle sopraelevazioni, fino alle nuove costruzioni). Dal punto di vista BIM, il progetto presentava principalmente due grandi sfide: la prima era quella di avere una fotografia il più precisa possibile dell’esistente, da poter ottenere con la restituzione di un rilievo laserscanner e, la seconda, di coordinare e gestire 25 modelli tridimensionali, che, alla fine, hanno incluso circa 500.000 oggetti e 10.000.000 informazioni. Il tutto, ovviamente ottimizzando al massimo i flussi di scambio dei dati, anche tra i vari team coinvolti. Indispensabile quindi è stata la fase di pianificazione iniziale con la stesura del PGi che ha avuto l’obiettivo di definire la cornice di riferimento per la conduzione del progetto di costruzione e ottimizzazione del flusso di lavoro. L’intera progettazione BIM è stata quindi sviluppata in un’ottica di Facility Management, studiando già dalle prime fasi, i parametri ed i livelli informativi coniugabili ed utili ai fini della gestione e manutenzione successiva dell’opera, da parte della proprietà”.
Il BIM come approccio metodologico
In D&D Engineering, l’introduzione di un approccio tridimensionale informativo alla progettazione è in atto da diversi anni, prima ancora con l’utilizzo di software come Autodesk Architecture e poi successivamente con l’avvento di Autodesk Revit. Avere un approccio BIM al progetto significa sfruttare un enorme vantaggio: gestire con velocità ed efficacia tutte le interferenze del progetto, grazie ad un “unico contenitore” che racchiude tutta la vita di un edificio.
Il progetto in breve
Tipologia: edilizia residenziale
Luogo: Milano (MI)
Committente: REDO s.g.r. Società Benefit (Fondo Immobiliare di Lombardia)
Concept e Design: Barreca & Lavarra
Coordinamento generale, cost engineering, progetto definitivo, esecutivo (ARCHITETTONICO): D&D s.r.l.
Progetto definitivo, esecutivo (STRUTTURE): Arching s.r.l.
Progetto definitivo, esecutivo (IMPIANTI): Ariatta Ingegneria dei Sistemi S.p.A.
Inizio progetto: 2017
Realizzazione: 2022
Dimensioni: 35.600 m2