Andrea Ognibene: il progetto DAEBIM e il BIM nella PA

L’Ing. Andrea Ognibene ha approfondito vari aspetti della metodologia BIM, con un’attenzione particolare all’esperienza delle Pubbliche Amministrazioni. Oggi supporta gli studi professionali di ingegneria e architettura, le società di costruzioni e anche la P.A. nell’implementazione della metodologia BIM e nella gestione dei modelli, anche con il network DAEBIM, come ci racconta in questa intervista.

Ing. Andrea Ognibene

Qual è stato il suo percorso professionale fino ad arrivare al BIM?
Dopo la laurea magistrale in Ingegneria Edile-Architettura presso l’Università degli studi di Palermo, ho visto sin da subito nel BIM un’opportunità per trovare nuovi stimoli ma anche interessanti sbocchi lavorativi; ho approfondito la materia frequentando una masterclass in BIM Specialist che mi ha portato a ottenere una certificazione come esperto BIM e successivamente ho deciso di iscrivermi a un corso di perfezionamento sul BIM nelle Pubbliche Amministrazioni presso il Politecnico di Milano con la Scuola Pesenti. A questo è seguito un master di II livello in BIM Manager sempre presso il Politecnico di Milano.
Parallelamente alla formazione ho portato avanti il mio percorso professionale, inizialmente presso una società di ingegneria di Palermo svolgendo il ruolo di BIM Specialist; successivamente ho lavorato come BIM Expert con la società Italiana Costruzioni S.P.A. presso il cantiere CBRB – Centro per le Biotecnologie e la Ricerca Biomedica – di Carini (PA) della fondazione Ri.MED, si tratta di un edificio di 25.000 m2 progettato da Buro Happold, Progetto CMR, De Cola Associati, EUPRO S.r.l.
Nel 2020 ho vinto il concorso presso la struttura tecnica della Pubblica Amministrazione del CEFPAS (Centro per la Formazione Permanente e l’Aggiornamento del Personale del Servizio Sanitario della Regione Sicilia – foto della gallery da 13 a 23) per la progettazione definitiva dei lavori di riqualificazione funzionale, energetica, architettonica, paesaggistica, ambientale del Campus di Caltanissetta – investimento circa 30.000.000 di euro. La struttura era costituita da 15 tecnici (ingegneri, architetti e geometri) con esperienze professionali diversificate sulla metodologia BIM; qui ho svolto il ruolo di BIM Manager occupandomi sia della progettazione ma anche dell’implementazione BIM della struttura tecnica. L’intero progetto è stato avviato e concluso secondo la metodologia BIM, questo ci ha permesso in pochissimo tempo di avere un progetto di qualità ma anche innovativo per una Pubblica Amministrazione, considerato che la maggior parte di esse, non avendo le risorse formate, esternalizzano i servizi di progettazione.
Questa esperienza durata due anni mi ha permesso di approfondire le tematiche BIM ma anche di comprendere quali sono le problematiche ed anche le possibili soluzioni per avviare dei piani di implementazione mirati per le Pubbliche Amministrazioni, tema molto attuale soprattutto dopo l’uscita del D.Lgs. 36/23 che prevede l’obbligatorietà del BIM per tutti i lavori al di sopra del milione di euro.
Partendo dall’esperienza al CEFPAS ho potuto incentrare il tema della tesi del Master in BIM Manager proprio sul Change Management nella Pubblica Amministrazione partendo dall’organizzazione del Team passando per la stesura del Capitolato Informativo concludendo con la parte del Facility Management.
Terminato il mio lavoro presso il CEFPAS ho iniziato l’attività come libero professionista. Dall’agosto di questo anno sono entrato a far parte del Network del “IlSole24ore” come Professional Partner in qualità di esperto in progettazione BIM.

Può descriverci il progetto DAEBIM?
Nell’aprile del 2023 abbiamo fondato insieme ai colleghi Ing. Francesco Vallone e Arch. Giulia Canale la rete di professionisti DAEBIM – Digital Architecture Engineering.
Tutto è nato dalla necessità dell’impresa Bruno Costruzioni, che sta seguendo i lavori di adeguamento e ristrutturazione del Terminal Passeggeri dell’Aeroporto “Falcone e Borsellino” di Palermo (foto della gallery da 2 a 12), di avere un modello BIM dell’as-built dell’opera. DAEBIM si sta dedicando a questo progetto in qualità di consulente della RTI costituita dal Consorzio Integra, dal Consorzio InfraTech e da Bruno Costruzioni; stiamo svolgendo la digitalizzazione della disciplina architettonica, strutturale e Impiantistica (MEP), servizio per noi molto importante – la commessa ha un valore di circa 40 milioni di euro – e che ci rende veramente orgogliosi.
L’obiettivo di questo as-built è quello di fornire alla GES.A.P. S.p.A, l’ente che gestisce l’aeroporto, un modello utile al facility management dell’opera.

Con il gruppo DAEBIM quali sono le tipologie di commesse a cui vi dedicate?
Principalmente si tratta di commesse pubbliche, ma collaboriamo anche con diverse società di architettura e ingegneria per tutti gli aspetti che riguardano il BIM: supportiamo le società dal punto di vista della gestione dei progetti, nella partecipazione alle gare tramite le offerte di gestione e anche per la modellazione architettonica, strutturale e impiantistica.
Affianchiamo poi la Pubblica Amministrazione nella redazione dei piani di implementazione delle strutture tecniche, di capitolati informativi e abbiamo l’obiettivo di offrire consulenza e supporto ai responsabili del progetto partendo dalla redazione delle gare fino alla gestione degli immobili.

Quanto sono importanti oggi le certificazioni professionali?
Riscontro che numerosi professionisti si trovano ad aver svolto la funzione di BIM Manager per grandi opere senza avere una certificazione. Credo sia quindi importante valutare il curriculum e le esperienze pregresse di una persona, non è possibile affidarsi solo alle certificazioni. Naturalmente dove le norme prevedono le certificazioni è importante adeguarsi, noi di DAEBIM lo stiamo facendo.

Si avvicina l’obbligatorietà BIM dal 2025 per le gare d’appalto con importo superiore a 1 milione di euro: qual è la situazione ad oggi, secondo la sua percezione?
Purtroppo oggi non tutte le Pubbliche Amministrazioni sono pronte ad affrontare questo cambiamento, alla base di tutto ciò ci sta la carenza di personale ed anche di strumentazione hardware e software; inoltre, le poche risorse presenti non dispongono della formazione idonea ad affrontare questo cambiamento culturale.
Secondo il mio parere dal gennaio 2025 ci saranno numerosi tecnici, in particolare i RUP, che dovranno assumersi delle responsabilità senza conoscere a fondo la normativa BIM e le sue potenzialità, sarà quindi fondamentale per le P.A. avere, come previsto dal D.Lgs. 36/23 e dall’allegato I.9, delle figure di supporto durature nel tempo, e dovranno anche disporre di un numero di risorse umane idonee e delle risorse economiche congrue, necessarie per avviare i piani di implementazione BIM. Piani di implementazione che dovranno prevedere l’organizzazione della formazione del personale tecnico, l’acquisizione di strumentazione hardware e software e infine la stesura dell’atto organizzativo, strumento indispensabile, costituito da diversi documenti, che avrà la funzione di stabilire le regole di organizzazione e funzionamento di una P.A. nell’utilizzo della metodologia BIM.
Credo che uno degli aspetti principali del BIM sia quello della collaborazione e interoperabilità, riferita non solo agli strumenti adottati, ma anche e soprattutto alle risorse umane, pertanto proprio all’interno delle P.A. si dovranno avviare dei processi di collaborazione continua tra i diversi dipendenti, processi che all’interno di una società privata avvengono con molta più facilità, la chiave di svolta nella metodologia BIM risiede principalmente sulle risorse umane.

Proprio al personale della PA è dedicato un nuovo corso in partenza a Palermo: di cosa si tratta?
È un progetto nato dalla collaborazione tra il DARCH – Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo e un gruppo di giovani professionisti siciliani esperti nel campo del BIM, avviato lo scorso 27 maggio con la giornata di studi “Il BIM nella pubblica amministrazione”, evento organizzato anche in collaborazione con l’associazione iBIMi-BuldingSMART, che ha visto il coinvolgimento dei più importanti docenti e professionisti italiani impegnati nel mondo del BIM.
Proprio in questa occasione abbiamo presentato il Corso di Alta Formazione “Il BIM nei pubblici contratti e nei processi della Pubblica Amministrazione”, che partirà alla fine di ottobre e rivolto ai dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni. L’obiettivo del corso, della durata di 40 ore, è quello di cercare di evangelizzare tutte le P.A. del territorio in modo tale da renderle consapevoli di ciò che prevede la normativa e dei cambiamenti che interesseranno tutti dal 2025. Il corso è stato organizzato coinvolgendo all’interno del comitato scientifico i principali esperti BIM in ambito nazionale e l’associazione iBIMi-BuildingSMART. Il programma del corso è stato pensato sulla base delle indicazioni/obblighi previsti dal D.Lgs. 36/23 e dall’allegato I.9. si parlerà dell’evoluzione normativa, di piani di implementazione, delle “nuove” figure che dovranno far parte dell’organico minimo delle P.A., della gestione ed organizzazione dell’ambiente di condivisione dati, di interoperabilità e di Legal BIM.
Ritengo possa essere davvero una bella occasione per avviare e rafforzare quella sinergia fondamentale tra il mondo delle Amministrazioni pubbliche, del lavoro e dell’Università, ricerca e innovazione.

Quali sono i principali vantaggi del BIM in una commessa?
I vantaggi sono molteplici, intanto la metodologia BIM ci permette di avviare un processo di progettazione integrata organizzata e lineare agevolando le figure coinvolte, riducendo tempi e costi.
La programmazione e l’utilizzo di software di BIM Authoring ci permette sin dall’inizio di affrontare problematiche riscontrabili solo nella fase di cantiere, riducendo così le varianti di progetto aumentando la qualità del progetto. Varianti che con il “metodo tradizionale” si traducono in prolungamento nella consegna finale dei lavori, ritardi che nelle maggior parte dei lavori pubblici si traducono in aumento dei costi e alle volte in controversie contrattuali che hanno un forte impatto nella gestione di un appalto. Pensiamo, ad esempio, ai costi di gestione degli immobili delle P.A. che generano costi elevati connessi ai consumi e ai guasti, questi potrebbero essere abbattuti attraverso la gestione delle informazioni organizzata all’interno dei modelli e supportata dall’utilizzo di un ambiente di condivisione dati. Ambiente di condivisione che ci avviserà quando effettuare la manutenzione di alcuni impianti, come previsto dalle schede di manutenzione caricate all’interno della piattaforma, oppure in grado di metterci in contatto diretto con le società che si occupano della manutenzione per avvisarle in caso di guasto ed anche per avere dei report istantanei durante le operazioni di riparazione degli stessi.

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


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