Aldino Spagni, Coopservice: Siamo al centro di una rivoluzione epocale

Come spesso avviene per le nuove tecnologie e approcci metodologici, ambiti di utilizzo e applicazioni possono nel tempo ampliare notevolmente la loro natura e raggio d’azione, coinvolgendo settori e contesti inizialmente non previsti. È ciò che senza dubbio sta accadendo con il Building Information Modeling, che dal suo originale dominio di elezione, la progettazione architettonica, è andato via via espandendosi prima all’ambito delle strutture e degli impianti, e ora anche a quello delle attività di gestione e manutenzione, che possono trarre importanti benefici sia dalla enorme mole di dati generata e governata dal BIM, sia dalle possibilità di relazione e interscambio offerte dalle relative piattaforme. Coopservice, fra le più importanti realtà italiane nel settore dei servizi di facility management, è in questo senso un esempio particolarmente virtuoso, sia per l’estensione dei suoi ambiti di attività, sia soprattutto per l’innovatività del suo approccio, che proprio nel BIM trova oggi uno strumento in più. Ne parliamo con il BIM Manager, l’architetto Aldino Spagni.

Coopservice è oggi un grande e affermato Gruppo nel settore dei servizi integrati, quale spazio e ruolo ha il BIM nel quadro delle vostre attività e in quali settori lo avete implementato?
Già da molto tempo le diverse linee di business in cui si articolano le attività della nostra azienda si sono sempre più integrate in un quadro trasversale e interdisciplinare che include i servizi di facility nel senso più ampio del termine, dalla pulizia e sanificazione alla gestione e manutenzione degli immobili e degli impianti, dalla fornitura ed efficientamento energetico al trasporto e movimentazione delle merci, dalla gestione di magazzini e archivi alla logistica specializzata per la GDO e per la sanità fino alla sicurezza. In ognuno di questi ambiti, pur se in misura variabile a seconda della tipologia di attività, il BIM e le basi di dati su cui poggia hanno un ruolo decisamente rilevante. Utilizziamo questa metodologia con particolare riferimento alla branca Energy e in senso esteso al facility management, un ambito che ha anche una sua valenza progettuale in quanto spesso coinvolge anche attività di progettazione sia impiantistica che edile. Più in generale lo spettro delle applicazioni è molto ampio, e spazia dalle basi di dati necessari alla gestione di un asset fino alle procedure di partecipazione alle gare d’appalto.

Un approccio multidisciplinare, quindi…
Senza dubbio. Utilizziamo modelli BIM per gestire la logistica di grandi magazzini, cosa che ci consente di operare con maggior precisione, come supporto alle attività di progettazione coordinate da un nostro ufficio interno, e tutto questo si inserisce sinergicamente in un più vasto ecosistema digitale che utilizziamo per la gestione delle commesse, alcune delle quali possono durare anche decine di anni. Tutti i nostri modelli sono inoltre sempre georeferenziati e quindi legati al sistema di coordinate in uso presso la regione nella quale andiamo a operare, in modo da essere collegabili come tutti gli altri elaborati anche ai vari geoportali regionali e a tutti i database utilizzabili. Il BIM, in sintesi, è quindi una parte consistente di un’infrastruttura digitale tutt’ora in evoluzione; nel quadro delle nostre attività utilizziamo una percentuale ancora abbastanza rilevante di planimetrie CAD, che comunque cerchiamo di trattare sempre in maniera evoluta in modo da attribuire agli oggetti dati e attributi, secondo una logica affine al BIM parametrico.
Essendo nel nostro caso le attività di progettazione pura relativamente marginali, per noi l’elemento chiave sono le basi di dati, che abbiamo nel tempo integrato nel nostro sistema di gestione informativa Asset, una soluzione proprietaria che a seconda del tipo di commessa possiamo utilizzare in alternativa alla piattaforma del cliente e pienamente integrata al BIM. Nei nostri database ogni elemento – un impianto, una lampada o quant’altro – è dinamicamente e univocamente collegato a un oggetto BIM che risiede su una piattaforma Cloud, un’architettura che ci consente non solo di velocizzare notevolmente le operazioni di gestione, caricamento e popolamento delle anagrafiche ma anche e soprattutto di registrare i dati, ovvero incamerare una serie di informazioni relative agli eventi di gestione che non solo vengono utilizzate nell’arco della commessa, ma alla sua conclusione trasferite al cliente, che ha in questo modo a disposizione uno storico della gestione direttamente collegato a ogni singolo oggetto.

Per la vostra azienda l’approdo al BIM è stato quindi la naturale evoluzione di un percorso di digitalizzazione già in corso?
Assolutamente. Nel 2018 abbiamo tenuto i primi corsi di formazione del personale interno, quindi nel 2020 abbiamo creato una struttura dedicata denominata BIM competence Center, cercando di sviluppare soluzioni funzionali al nostro lavoro di gestori di dati per dare al cliente tutte le garanzie necessarie circa la correttezza e trasparenza nel trattamento dei dati. Nel 2022 abbiamo ottenuto la certificazione del nostro sistema di gestione BIM e oggi tutte le nostre figure professionali d’area sono certificate, con uno staff che comprende, oltre alla mia funzione di BIM Manager, tre BIM Coordinator e due BIM Specialist. Sempre dal 2020 abbiamo sviluppato un nostro CDE, quindi tutte le nostre transazioni avvengono su questa piattaforma e risultano integralmente tracciabili. Diciamo, in sintesi, che il BIM è un elemento di un processo e un sistema fortemente strutturato che sta via via sostituendo le metodologie tradizionali nelle commesse in fase di rinnovo ed è standard in quelle nuove.

Le vostre applicazioni esulano dall’ambito originale di elezione del BIM, quello progettuale: per quali attività di facility modello e dati risultano più funzionali?
Le attività di pulizia sono tra le più rilevanti dal punto di vista numerico, ma spesso sono solo una parte, per quanto importante, di un più ampio contratto di facility management che comprende anche attività ad alto livello di complessità, fra cui in particolare la manutenzione degli impianti con vari livelli di servizio. Proprio per questo, oltre a utilizzare modelli forniti da terze parti ci siamo organizzati internamente per procedere autonomamente alla raccolta dei dati necessari alla gestione delle attività che ci sono affidate, ad esempio sistemi laser scanner per rilievi a nuvole di punti che ci consentono di strutturare un patrimonio informativo con cui integrare costantemente il modello di partenza. Questo, da un lato, ci consente un migliore controllo dei processi, dall’altro ci permette di documentare i nostri interventi con il massimo livello di dettaglio.

Nel facility management avete avuto modo di sperimentare anche nuove tecnologie come realtà immersiva, sensoristica avanzata, soluzioni legate alla sicurezza in cantiere e alla manutenzione impiantistica?
Il nostro Team Innovazione, composto da ingegneri di varia estrazione, già da alcuni anni sta affrontando questi temi. Abbiamo ad esempio creato ambienti virtuali in BIM per condurre sperimentazioni e simulazioni di lavorazioni, addestrare gli operatori, verificare eventuali problematiche operative e di sicurezza. Un altro filone di ricerca è l’integrazione nei modelli BIM di sensoristica e sistemi di rilevamento, con la possibilità di monitorare ambienti all’interno di un’unica piattaforma che consenta anche una resa grafica bi e tridimensionale.

L’obbligatorietà del BIM nei contratti pubblici sta senza dubbio contribuendo alla sua diffusione, ma anche facendo emergere criticità e, più in generale, la necessità di un ulteriore salto di qualità; qual è a suo avviso il prossimo passo?
Al netto delle considerazioni già più volte espresse sul tema, a mio avviso il punto centrale nell’evoluzione del BIM è il percorso verso un dato sempre più organizzato, strutturato e interrogabile, un patrimonio che si costruisce e cresce nel tempo e che proprio per questo è in grado di generare vantaggi concreti e permanenti. Il dato come bene aziendale quindi, per usare una metafora, e che come ogni altro bene aziendale va mantenuto e curato nel tempo.

Giornalista professionista della redazione di BIMportale, specializzato nel settore delle costruzioni, si occupa dai primi anni ’90 di tecnologie applicate alla progettazione e al cantiere. Ha all’attivo numerose pubblicazioni e collaborazioni con le principali testate di settore relative a tecniche costruttive, progettazione 3D, organizzazione e gestione dei processi di cantiere.


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