Per comprendere meglio quali sono le caratteristiche professionali di un BIM Coordinator e andare oltre nell’indagare la possibile definizione del ruolo, abbiamo chiesto a chi questo lavoro lo svolge tutti i giorni di raccontarci come opera e con quali strumenti.
Cesare Todeschini è BIM Coordinator di Open Building, società di progettazione nata nel 2015 all’interno del Gruppo Contec che fin dalla sua fondazione ha deciso di impostare il metodo di lavoro in Building Information Modeling.
Qual è stato il suo percorso professionale fino a diventare BIM Coordinator?
Il mio percorso professionale parte dalla tesi di laurea dal titolo “Confronto tra tecnologie costruttive tramite processo BIM”. Grazie al professor Angelo Ciribini ho preso contatti con un’azienda che produce edifici in legno con cui, durante l’esperienza di tesi, abbiamo sviluppato un processo che si è svolto partendo dalla creazione della libreria BIM dei loro prodotti, la costruzione di tre modelli dello stesso fabbricato con tre tecnologie costruttive diverse, due in legno e una in calcestruzzo, fino all’analisi energetica e dei tempi e costi di cantiere. Ho iniziato a collaborare con Open Building quando l’azienda era nata da poco e sono stato uno dei primi collaboratori a seguire un progetto BIM svolgendo tutte le componenti di processo e interpretando tutti i ruoli, dal BIM specialist al BIM coordinator, e adesso mi occupo di gestire i collaboratori con competenze specifiche BIM sui vari progetti.
Quali sono le caratteristiche principali della sua figura professionale?
Capacità di analisi e programmazione: fare i conti con i tempi stretti di tante attività e lavorare su progetti in cui spesso entriamo in corsa significa mettere necessariamente in gioco queste due caratteristiche. È per me fondamentale conoscere bene i miei collaboratori, le loro competenze e caratteristiche, questo mi aiuta a costruire team di progetto adatti per ogni attività.
Come opera quotidianamente, con quali strumenti e con quali obiettivi?
Dopo l’analisi preliminare di una commessa, viene definito un processo di gestione del progetto e stabilito quale deve essere il grado di informazione all’interno del modello. Bisogna successivamente suddividere i compiti tra gli altri collaboratori per competenze, strutture, architettura o MEP, e periodicamente viene verificato lo stato di avanzamento dei lavori per monitorare qualità e tempi di consegna. L’obiettivo è quello di produrre modelli BIM aderenti alle richieste informative e al metodo di lavoro del cliente.
In che modo viene utilizzata la metodologia BIM da Open Building?
In Open Building lavoriamo per società di ingegneria, di architettura e per aziende produttrici, riusciamo a spaziare in molti campi occupandoci di progetti molto diversi tra loro sia per dimensione che per tipologia. Da progetti BIM di sistemi MEP a shop drawing di strutture complesse, supportiamo le aziende nello sviluppo costruttivo di componenti creando librerie BIM alle imprese e impostando schemi di processo BIM. Ci occupiamo di progettazione e modellazione, cad to BIM, clash detection, quantity take-off e 4D. Il framework BIM è applicato a tutti i progetti: definiamo con il cliente il metodo, il grado di informazione e i possibili utilizzi futuri.
Mi può parlare di un suo progetto realizzato con metodologia BIM?
Nell’ultimo anno abbiamo partecipato allo sviluppo di alcuni progetti internazionali: una struttura religiosa, un’infrastruttura viaria e una sanitaria. Nel primo caso abbiamo collaborato con Contec Ingegneria per la modellazione BIM della struttura di supporto, del pacchetto di copertura Riverclak e del sistemadi ancoraggio del moucharabieh in cemento fibrorinforzato della Grande Moschea di Algeri. Nel secondo caso abbiamo lavorato con un importante studio di ingegneria e il nostro intervento ha riguardato i sistemi MEP e gli shop drawing delle strutture. Nel terzo caso abbiamo supportato BIMon, società romana di consulenza BIM, per i sistemi MEP di due torri. Uno dei primi progetti in Open Building di cui parlo con orgoglio è stato un depuratore, sviluppato a supporto di Contec Ingegneria, un’operazione sartoriale dove abbiamo accompagnato il cliente alla scoperta di un mondo, il BIM, vincendone le resistenze culturali e affrontando nuove sfide. Abbiamo iniziato con la modellazione delle reti di servizio del depuratore concordando per ogni condotto parametri e informazioni utili non solo alla costruzione ma anche alla futura gestione e manutenzione. Una volta ultimata la modellazione abbiamo seguito il cantiere in ogni fase portando un tablet dove era visualizzato il modello in cloud su cui erano annotate le modifiche. Successivamente, in tempi rapidissimi il modello veniva aggiornato riuscendo a fornire, una volta ultimato il cantiere, un vero modello as-built. La sfida più grande che abbiamo vinto è quella di aver aiutato il nostro cliente a modificare felicemente ed efficacemente il proprio metodo di lavoro e definire un proprio standard BIM non solo per i nuovi progetti ma anche orientato alla gestione.
Quali sono a suo avviso le prospettive future del BIM in Italia?
Il BIM in Italia sta crescendo, e come si è percepito al Digital&BIM Italia 2017, organizzato da BolognaFiere, sta aumentando l’offerta ma soprattutto la domanda. Più che in termini di volume in termini di diversificazione, non solo le imprese di costruzioni richiedono il BIM per ottimizzare tempi e costi ma anche società di gestione e manutenzione e gestori di patrimoni immobiliari. La necessità di questi nuovi attori è di poter contare su specialisti in grado di adattare modelli e processi, ognuno con una propria peculiarità disciplinare, in maniera collaborativa e utilizzando formati interoperabili. Il BIM del futuro sarà mirato all’ingegnerizzazione delle informazioni; stiamo già lavorando in questa direzione, attraverso software come Dynamo, per strutturare processi basati sul computational design nell’automatizzazione delle forme e nella gestione ed estrapolazione personalizzata delle informazioni.