CRarchitect: Il BIM accompagna ogni fase del nostro sviluppo

Da quasi venticinque anni lo Studio CRarchitect – fondato ad Alessandria dall’architetto Cristina Rattazzi – realizza progetti a carattere residenziale e commerciale, con una particolare attenzione per il dettaglio, e per il consequenziale soddisfacimento delle esigenze della propria clientela. Per dare un valore aggiunto al servizio offerto lo Studio, a partire dal 2007, ha cominciato a lavorare con una progettazione tridimensionale iniziando un percorso che ha portato, ad oggi, a gestire tutti i progetti seguendo la metodologia BIM come ci racconta il BIM Manager Riccardo Romaniello.

Quando entra il BIM nel vostro percorso di sviluppo e per rispondere a quale esigenza?
Abbiamo deciso di fare un salto tecnologico verso la progettazione tridimensionale nel 2007 scegliendo di lavorare con il software di authoring Autodesk Revit. La scelta nasceva prima di tutto dall’esigenza di avere un

Cristina Rattazzi

prodotto più smart che ci consentisse di avere una gestione della commessa più organizzata ed efficiente. In quegli anni, occupandoci prevalentemente di sviluppo immobiliare in ambito residenziale, l’obbiettivo principale era quello di offrire al cliente finale una progettazione personalizzata e curata nei minimi dettagli.  Avevamo quindi bisogno di uno strumento che ci aiutasse a gestire ogni variante in modo rapido ed efficiente, dando la possibilità ai clienti di visualizzarle, ma garantendo nel contempo agli investitori il rispetto dei tempi ed il controllo dei costi. Quella che all’inizio era unicamente una progettazione tridimensionale, che negli anni ci ha portato naturalmente verso una progettazione più integrata in BIM. Adesso il nostro studio è composto da due anime, una che gestiste progetti in maniera diretta, l’altra che supporta le Enti, Società di Costruzioni o altre realtà nello sviluppo in BIM dei loro progetti costruttivi e delle attività di cantiere. Negli ultimi anni c’è stata una grossa spinta verso lo sviluppo BIM, anche grazie alla normativa e a grosse realtà internazionali che hanno deciso di investire nel nostro Paese, portando il loro know-how innovativo e noi eravamo già pronti ad affrontare il cambiamento.

Quali vantaggi riscontrate nell’utilizzo del BIM?
Se dal punto di vista della Progettazione il BIM richiede un maggiore investimento di tempo a partire già dalle fasi iniziali, costringendoti ad andare maggiormente nel dettaglio, questo sforzo è ampiamente ripagato in fase Costruttiva. Un sistema standardizzato di controllo delle interferenze, e di scomposizione dei tempi e dei costi di costruzione, consente di ottimizzare le attività di analisi, con l’obbiettivo di prevedere ed affrontare possibili problematiche già in fase di progettazione, senza delegarle al cantiere. La nostra esperienza è quella di avere a

Riccardo Romaniello

disposizione non soltanto uno strumento di progettazione, ma un sistema di controllo e gestione più pratico ed efficiente.

Come vi siete strutturati all’interno dello studio?
In CRarchitect lavoriamo tutti in BIM, siamo una realtà medio piccola e da quando abbiamo deciso di fare il salto di qualità, abbiamo abbandonato completamente il sistema tradizionale. È stato per noi un cambio radicale che ci ha permesso di ottimizzare i processi e ridurre gli errori progettuali. Lavorare in BIM ci consente di disporre di un metodo progettuale molto efficiente, che però va calato nella propria realtà e a seconda delle diverse necessità di commessa. Per questo, ad esempio, nell’inserimento di figure giovani all’interno del nostro studio noi cerchiamo soprattutto collaboratori che abbiano voglia di imparare e mettersi in gioco, e spetta poi a noi il compito di formarli adeguando le loro specifiche abilità al nostro metodo di lavoro.

Quali sono i progetti che segnano in qualche modo le tappe dell’introduzione del BIM?
Il progetto che ci ha fatto fare il salto definitivo abbandonando completamente la progettazione 2D è stata la realizzazione di un grande complesso immobiliare ad Alessandria, la “Residenza Goretta”, uno degli interventi residenziali più importanti sviluppati in città. Si tratta di una piazza commerciale con al proprio interno due torri residenziali che ha previsto la realizzazione di oltre quaranta unità residenziali. Visto l’obbiettivo dell’investitore di fornire ad ogni singolo cliente una personalizzazione completa del proprio alloggio, era come dover lavorare simultaneamente a quaranta diversi progetti, dovendo rispettare i tempi di un cantiere in pieno sviluppo ed un rigoroso controllo dei costi. Avevamo quindi bisogno di uno strumento che ci aiutasse ad efficientare i processi dello studio per un controllo costante delle diverse fasi di progetto. Senza un modello digitale tridimensionale, che ci consentisse di monitorare la progettazione ed analizzarne le variazioni dei costi, la gestione di questo progetto sarebbe stata molto più complessa e “imprecisa”: questa esperienza ci ha fatto completamente cambiare il nostro paradigma lavorativo.
Un altro progetto, che ci ha permesso di sviluppare una progettazione più coordinata in BIM, è stata la riqualificazione di un fabbricato di archeologia industriale a Verona. Un edificio di oltre 10mila m² di fronte alla Fiera di Verona, che era stata una vecchia fabbrica del ghiaccio e il cui progetto di riqualificazione, a firma dell’arch. Botta, prevedeva una sua completa riconversione per ospitare l’attuale Ristorante Agricolo e Mercato di Eataly. La richiesta del nostro cliente, l’Impresa Generale di Costruzioni incaricata all’esecuzione delle opere, era quella di avere un sistema di controllo di gestione dell’intervento che, grazie ad un modello digitale in BIM, le consentisse di collegare tutte le opere ad un sistema di Project Management strutturato per WBS, attività di gestione che è stato anche oggetto di una nostra presentazione alla BIM Conference di NTI Italy del 2020.
I principali progetti che abbiamo attualmente in corso sono la realizzazione di una Clinica Odontoiatrica a Serravalle Scrivia di circa 1.000 m2 dove, la gestione totalmente in cloud del progetto, anche in fase di gara d’appalto, ci ha consentito un miglior controllo dei costi. Abbiamo poi da poco ultimato, su incarico di un’importante studio italiano, lo sviluppo di un progetto esecutivo per un complesso immobiliare a destinazione commerciale e residenziale a Tirana che prevede la realizzazione di 5 torri di 16 piani, mentre, in questi mesi, ci stiamo occupando della progettazione costruttiva e delle attività di BIM Management, per l’Impresa SELI di Monza, su alcuni cantieri per immobili scolastici finanziati con bandi PNNR ed opere infrastrutturali connesse alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.

Cosa ne pensa dell’interoperabilità?
Credo che sia fondamentale, per riuscire ad ottenere una vera transizione alla progettazione BIM migliorare ogni aspetto legato all’interoperabilità. Una delle maggiori difficoltà che riscontriamo nello sviluppo del BIM è quella di trovare un’integrazione tra le diverse professionalità disciplinari. L’utilizzo di piattaforme cloud e dei formati aperti interoperabili, grazie ai quali ogni professionista può condividere modelli ed informazioni mantenendo l’utilizzo di propri software disciplinari, è la strada da perseguire. Purtroppo, ad oggi si tende a pensare il BIM come all’utilizzo di un comune software tridimensionale, attività che comporta indubbi vantaggi, ma che presenta anche troppi limiti in un vero e completo processo BIM.

Come vede lo sviluppo del BIM in Italia?
In un mondo come quello dell’edilizia, da sempre molto restio all’innovazione, è indubbio che la digitalizzazione rappresentata dal BIM trovi ancora forti resistenze. Processi che l’Industria, ad esempio, ha implementato da decenni, nell’Edilizia vengono spesso ritenuti inutili.  “L’abbiamo sempre fatto così” continua a rimanere un pensiero e un’espressione dominanti nel nostro settore.
A fronte di un Codice degli Appalti che prevede l’obbligo dal 2025 dell’utilizzo del BIM e di processi digitalizzati per tutti gli appalti pubblici sopra il milione di €uro, troppo spesso le stazioni appaltanti non sembrano pronte a questo passaggio, soprattutto nell’utilizzo futuro dei modelli digitali per la gestione dei manufatti.
Per ottenere una vera transizione digitale, come quella auspicata dal Codice degli Appalti, non basteranno i pochi mesi che ci separano dal prossimo 01 Gennaio, saranno probabilmente necessari ancora alcuni anni, ma il processo, come già avvenuto in altri ambiti, è sicuramente irreversibile.

 

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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