Eugenia Dottino, Frigerio Design Group: Grazie al BIM una visione a 360° sul progetto

Laureata in Architettura e con un’esperienza pregressa in alcuni studi genovesi, Eugenia Dottino oggi collabora con Frigerio Design Group come architetto e BIM Coordinator.

Qual è stato il suo percorso che l’ha portata al BIM?
Mi sono laureata in Architettura, a Genova, nel 2017; durante il percorso accademico non c’è stato nessun tipo di avvicinamento al BIM, l’incontro con questa metodologia è avvenuto in seguito. Dopo la laurea ho ottenuto uno stage di 6 mesi presso la Fondazione Renzo Piano di Genova, dove mi sono occupata principalmente della gestione degli archivi fisici e digitali, ho curato l’allestimento di uno degli spazi espositivi della Fondazione e mi sono occupata di eventi culturali e incontri legati allo studio Renzo Piano Building Workshop. Ho avuto così l’occasione di seguire le presentazioni che gli architetti dello studio organizzava per scuole e visitatori privati, e mi sono avvicinata al BIM e ho iniziato a comprenderne le potenzialità. Ho deciso di approfondire con il MasterKeen BIM Specialist della sede AM4 di Lecco, dove ho ottenuto le tre certificazioni ACP Revit Architecture, Structure e MEP Mechanical e ho sviluppato una grande passione per lo sviluppo di geometrie e processi attraverso Dynamo 2.0.1.
Durante questa formazione ho potuto anche approfondire le dinamiche del processo BIM e la relativa documentazione e normativa di riferimento.
Il master si è concluso con un’esperienza professionale, un lavoro in team sulla realizzazione di un modello CAD to BIM di un edificio storico di Torino. È stato un bel banco di prova e mi ha consentito di comprendere le enormi potenzialità del lavoro collaborativo.

Quali sono state le prime esperienze professionali?
La mia prima esperienza professionale al di fuori del percorso di studi mi ha vista come prima come BIM Specialist e poi come BIM Coordinator presso Modit Studio a Massa. In questo caso ho potuto collaborare come architetto oltre che come esperto BIM e ho potuto approcciare anche i modelli impiantistici, l’utilizzo del CDE, il coordinamento tra le diverse discipline, ecc.; è stata un’esperienza completa, durante la quale lo studio ha anche conseguito la certificazione BIM quindi ho assistito a progetti pilota, definizione di standard, a un processo gestionale significativo.
In seguito ho avuto un’esperienza presso lo studio genovese AGLarchitects dove ho seguito il progetto di una nuova costruzione già in fase di cantiere.

Qual è il suo ruolo oggi, in Frigerio Design Group?
Da ottobre del 2021 collaboro con Frigerio Design Group, a Genova, come architetto e BIM Coordinator: credo che le due attività debbano essere svolte parallelamente, altrimenti il lavoro si ridurrebbe a quello di un semplice “modellatore”. Invece il mio ruolo prevede una parte gestionale, mi capita di modellare, di compilare i documenti o di gestire un CDE: ho una visione a 360° del progetto e sono inserita nel processo progettuale.
Mi affiancano dei BIM Specialist che operano in Frigerio Design Group dal 2015, anno in cui l’azienda ha introdotto una modalità di gestione dei processi orientata al BIM, ha avviato la formazione interna e ha definito i propri standard, best practice e linee guida, che vengono aggiornati e implementati a seconda dei progetti e della committenza.

Possiamo citare qualche progetto che ha seguito in BIM?
Il caso sicuramente più importante dopo l’avvio dei processi è stato quello del Ferrero Technical Center, nel quale sono entrata nella fase di cantiere. Il processo è stato in costante aggiornamento con un pieno controllo del progetto, valutandone ogni criticità in maniera preventiva. Anche il cantiere è stato gestito in modalità BIM.

Uno dei progetti che ho seguito dall’inizio è stato quello della riqualificazione della ex centrale Enel di Fusina, sulla laguna di Venezia, per il quale ho seguito la parte di risposta al capitolato e l’adeguamento del progetto agli standard Enel.
Un altro progetto interessante attualmente in corso è quello della riconversione di un edificio per uffici in uno studentato a Padova.
Il prossimo impegno è un progetto a seguito della vittoria di un importante concorso internazionale.

Seguite in BIM tutti i progetti?
La fase di concept è spesso ancora “analogica”, poi dipende dall’entità e dalla complessità del progetto. Oltre ai bandi che prevedono espressamente l’adozione di questa metodologia, in generale la maggior parte dei progetti ci vede usare il BIM perché ci porta indubbi vantaggi.

Qual è lo stato dell’arte del BIM in Italia secondo la sua percezione?
Terminati gli studi, mi aspettavo uno sviluppo un po’ più rapido. Se guardo al territorio di Genova dove vivo e lavoro mi sembra che le realtà che hanno un’adozione matura del BIM siano ancora poche, probabilmente nelle grandi città è diverso. Credo che ci sia ancora un gap evidente tra le grandi e le piccole realtà, dove il BIM è visto ancora come un “onere” da sostenere quando il bando lo prevede. Nonostante l’obbligatorietà riguarderà sempre più progetti, non mi sembra che il mercato abbia realmente iniziato un processo di formazione e trasformazione, e questo vale per tutti: dalle stazioni appaltanti alle imprese di costruzione. L’obbligatorietà darà sicuramente una spinta al cambiamento.

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


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