Fabrizio Bassetta, MCA – Mario Cucinella Architects: il BIM richiede impegno e programmazione

Dopo la laurea nel 2010 in Architettura conseguita all’Università degli Studi Federico II di Napoli, l’Arch. Fabrizio Bassetta, quando ancora non si parlava di BIM ha decido di approfondire la sua conoscenza sulla progettazione tridimensionale informativa con corsi di formazione con Autodesk su Software Revit. Oggi è BIM Manager e CDE Manager certificato ICMQ, all’interno della BIM Unit dello studio Mario Cucinella Architects.

Quale è stato il suo percorso di studi e professionale che l’ha portata al BIM?
Dopo gli studi ho lavorato due anni a Bruxelles in una impresa di costruzioni e rientrato in Italia ho collaborato con lo studio Nemesi & Partners a Roma che aveva appena vinto il concorso per la progettazione di Palazzo Italia per l’EXPO 2015 di Milano e in questa occasione ho avuto l’opportunità di seguirne la modellazione tridimensionale informativa del progetto. Dal 2016 lavoro all’interno dello studio Mario Cucinella Architects. Sono arrivato nel momento in cui lo studio stava cercando di effettuare il passaggio al BIM, a seguito della vincita del concorso per la realizzazione dell’Headquarters Gruppo Unipol in Piazza Gae Aulenti a Milano. Ho iniziato come BIM Specialist e piano piano sono cresciuto. Parallelamente alle esperienze professionali ho anche ampliato le mie conoscenze didattiche e ho conseguito il master in BIM Management al Politecnico di Milano della scuola Pesenti. Nel 2020 ho ottenuto la certificazione BIM Manager con ICMQ e quest’anno quella di CDE Manager.

Quanto è importante la certificazione oggi?
La sempre maggiore richiesta di figure specializzate ha reso necessaria la creazione di un sistema di certificazione delle competenze. Penso che sia quindi importante in questo senso per dare un valore alle professionalità già acquisite anche se è sicuramente l’esperienza sul campo che ti fa crescere e ti permette di dare valore al tuo lavoro. In più, e sempre di più oggi, la committenza richiede la presenza di figure certificate nello svolgimento di una commessa, quindi, diventa necessario averle.

Come lavora all’interno dello studio per l’implementazione BIM?
Nello studio MCA abbiamo una divisione specificatamente dedicata al BIM, una vera e propria Unit; le figure che ne fanno parte non sono direttamente collegate ai singoli progetti ma operano in maniera trasversale per stabilire gli standard BIM su più commesse. In particolare, la Unit BIM si occupa di implementare gli standard aziendali e dell’interoperabilità tra le Unit garantendo il corretto workflow tra i vari strumenti. Una parte molto importante la dedichiamo alla formazione. In questo momento penso sia indispensabile una conoscenza approfondita dei software e soprattutto delle differenti possibilità di dialogo tra uno strumento e l’altro questo permette di capire ad esempio le tempistiche necessarie per la risoluzione di un problema. La nostra implementazione del BIM è avvenuta con un processo graduale dovuto all’esperienza sui progetti, ogni commessa su cui abbiamo lavorato ci è servita per aggiungere tasselli al nostro metodo di applicazione del BIM e in questo modo sono nate procedure, manuali operativi e best practice.
Un giorno alla settimana è dedicato ad una riunione di coordinamento sulle commesse BIM con i BIM Coordinator; in questa occasione passiamo in rassegna i diversi progetti in essere. Questo momento di confronto tra specialisti è utilissimo per anticipare e/o risolvere eventuali problemi, condividere le diverse esperienze legate alla metodologia BIM e a divulgare in maniera attiva procedure interne e standard qualitativi; questo permette alla Unit BIM controllare che tutti i progetti di seguano la linea comune e dettata dalla Unit.
Inoltre, non meno importante nello sviluppo e nella implementazione della metodologia è l’aggiornamento sulle nuove tecnologie presenti sul mercato; per questo motivo studiamo e testando costantemente nuovi strumenti e software.

Ha avuto modo di partecipare a diversi progetti sia con committenza pubblica sia con committenza privata quale è il grado di comprensione del valore del BIM?
Le amministrazioni pubbliche si sono realmente affacciate ora al BIM a parte qualche caso di ente illuminato e che ha portato avanti un percorso fin dalle prime indicazioni normative; quello che è certo è che dovranno strutturarsi ma al momento non sono ancora nelle condizioni di gestire progetti realizzati con metodologia BIM. Spesso, ad esempio, non sono a conoscenza di Piani di gestione, piattaforme si scambio dati o formati di interscambio e quindi non sono in grado di recepire la consegna di un progetto in BIM, figuriamoci effettuare la validazione di un modello BIM. Non hanno investito sugli strumenti e sulla formazione del personale, in più secondo me, dovrebbero prevedere degli investimenti per digitalizzare tutto il patrimonio immobiliare.
Le committenze private, invece, hanno iniziato a capire le potenzialità del BIM, rivolto soprattutto alla parte relativa al facility management. Questa consapevolezza riguarda anche le imprese di costruzioni, almeno quelle più strutturate, che preferiscono avere un modello tridimensionale informativo da poter utilizzare nella fase di cantiere.

Può raccontarci qualche progetto su cui ha lavorato che in qualche modo ha segnato il suo percorso?
Ho lavorato a diversi progetti molto importanti, dall’Unipol Tower Milano al Nuovo padiglione per l’Arena Sportiva Virtus Bologna e al più recente Padiglione Italia per Expo 2025 Osaka. Sicuramente uno dei progetti più importanti che ho avuto la fortuna di seguire è quello del quartiere giardino di SeiMilano che prevedeva la realizzazione di un migliaio di appartamenti, tre torri uffici e un centro commerciale. Siamo partiti dal disegno del masterplan dell’area, per poi passare alla progettazione di ogni singolo edificio presente, fino alla costruzione stessa.
Questo progetto si sta realizzando in maniera molto rapida. Credo che sia stato di grande successo e aiuto aver lavorato con Borio Mangiarotti, una realtà già avviata al mondo del BIM e che aveva chiaro in mente l’importanza di operare con tale metodologia. Abbiamo coordinato più di 300 modelli; un flusso e una mole di dati non indifferente. Il progetto è iniziato nel 2018 e finalmente stanno ultimando gli ultimi comparti.

Come vede lo sviluppo del BIM?
Ci sono esperimenti molto innovativi che stanno esplorando l’integrazione dei sistemi di intelligenza artificiale nel processo BIM. Tuttavia, questi casi sono rari. Attualmente, sembra che ci sia una corsa ai ripari, poiché il BIM è diventato obbligatorio anche per progetti di piccole dimensioni.
Credo ci sia ancora bisogno di investire negli strumenti e nelle competenze delle persone in maniera da formare esperti in grado di mettere in piedi la giusta infrastruttura. Per questa ragione le figure legate al BIM, quelle in gamba, sono richiestissime e difficili da trovare.

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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