Giada Magarotto, Adhox: la resistenza al cambiamento è comune a tutti i professionisti

Con una propensione all’informatizzazione dei progetti e allo sviluppo digitale l’Ing. Giada Magarotto è entrata subito dopo la laurea in Adhox dove è cresciuta e ha potuto sviluppare le sue competenze. Oggi è CDE Manager dell’azienda di consulenza e responsabile formazione specializzata nel BIM. 

Quale è stato il suo percorso di studi e professionale che l’ha portata al BIM?
Durante gli studi mi sono appassionata allo sviluppo di progetti tridimensionali e per questa ragione ho seguito fin da subito dei corsi di Revit. Mi ha da sempre affascinato la possibilità di poter gestire un progetto in maniera digitale ed è questa componente più che quella progettuale ad avermi spinto nel mio percorso professionale. Subito dopo la laurea sono entrata con uno stage formativo in Adhox e qui sono cresciuta, prima dedicandomi all’attività di BIM Specialist e poi approfondendo differenti tematiche legate al BIM fino al conseguimento della certificazione come CDE Manager. Oggi mi occupo di CDE Management e sono responsabile della business unit dedicata alla formazione. Professionalmente quindi sono nata nel mondo del BIM e credo di essere stata particolarmente fortunata a potermi orientare fin da subito lungo un percorso legato alla digitalizzazione dei processi.

Quali sono le principali caratteristiche della sua figura professionale?
Il CDE Management è strettamente legato al processo BIM, non riguarda quindi solamente l’utilizzo di una piattaforma ACdat, ovvero “Ambiente di condivisione dei dati”: ancor oggi si sente parlare spesso di BIM riferendosi più ai software piuttosto che alla metodologia e questo vale anche per l’ambito del CDE, che viene considerato come soluzione tecnologica tralasciando il processo che lo regolamenta. Non è quindi lo strumento a definire un CDE manager ma è la capacità di analizzare processi di commessa o aziendali e di andare a strutturare uno schema alla base che possa aiutare a disegnare i flussi informativi all’interno di una struttura digitalizzata. Da questo punto di vista il ruolo del CDE Manager è strettamente legato alla figura del BIM Manager. Per essere un CDE Manager deve esserci sicuramente una predisposizione allo strumento tecnologico, ma anche una conoscenza basata sul processo.

Qual è la situazione delle stazioni appaltanti?
La normativa è piuttosto chiara sulle intenzioni, ma non ci sono linee guida su come metterle in atto. Per quanto riguarda il CDE, ad esempio, deve essere messo a disposizione della stazione appaltante, requisito che permette la salvaguardia delle informazioni e la gestione completa dei dati per tutta la durata dell’appalto. Due delle problematiche che rendono però difficile l’applicazione della normativa sono il tema economico, le piattaforme CDE sono costose, e in secondo luogo il fatto che è preferibile scegliere soluzioni presenti sul marketplace dell’agenzia nazionale per la cyber security e attualmente sono molto pochi gli ACDat presenti nel portale ACN. Le stazioni appaltanti, quindi, non sono libere di scegliere la piattaforma che più preferiscono e che meglio si possa adattare ai propri processi operativi. L’insieme delle due cose mette in difficoltà realtà che non sono ancora pronte.
Una possibile strada per le stazioni appaltanti è quella di far appello al principio del risultato, all’Art.1 del codice dei contratti pubblici, ed esercitare il proprio potere discrezionale nella scelta della soluzione CDE da adottare in virtù della buona esecuzione dell’appalto a livello economico e qualitativo: in tal modo gli Enti Pubblici possono avere una maggiore libertà di movimento. Negli enti molto piccoli a maggior ragione le risorse economiche esigue possono complicare ulteriormente l’adozione di strategie di condivisione delle informazioni. Sicuramente l’intenzione del normatore è positiva ma la norma deve essere contestualizzata correttamente nelle differenti realtà pubbliche, poiché non è applicabile in tutti i contesti nella stessa maniera.

Quali tipologie di realtà si rivolgono a voi per la formazione?
Adhox offre servizi di formazione a tutte le realtà del settore delle costruzioni, pubbliche e private.
Le nostre esperienze con le stazioni appaltanti sono molteplici, ci sono realtà che seguono corsi di formazione e sono pronte a recepire le innovazioni promosse dal BIM e dalla digitalizzazione dei processi, ma ci sono anche alcune situazioni in cui la dirigenza non spinge verso la digitalizzazione e quindi diventa molto difficile riuscire a far comprendere l’importanza di adeguarsi alla normativa. Sicuramente l’organizzazione pubblica è più complicata e macchinosa di una privata, ma esiste comunque una certa resistenza al cambiamento. Nel privato ci sono diversi scenari, quelle società private che lavorano con il pubblico e quindi hanno la necessità di essere operatori attivi nel mercato dei bandi pubblici e ci sono anche realtà che già da diversi anni hanno iniziato un percorso implementazione BIM perché ne percepiscono i benefici anche se non viene richiesto da un obbligo normativo. Sicuramente il nostro cliente privato è più elastico nel recepire il cambiamento. Spesso devo dire che la richiesta di formazione parte da un corso di modellazione Revit e noi cerchiamo di guidarli a comprendere cosa vuol dire applicare la metodologia BIM accompagnandoli nel loro percorso di implementazione facendo capire loro che questo non significa stravolgere le dinamiche operative aziendali, ma analizzare le componenti ottimizzabili e adattare gli strumenti e i processi a quella specifica realtà lavorativa.  In questi anni poi ho gestito l’Academy Adhox formando molti professionisti ed erogando un numero elevato di ore di formazione.

Che cosa ne pensa dell’interoperabilità e della condivisione dei dati?
L’interoperabilità è fondamentale e viene più volte ribadito anche dalla normativa italiana. Quindi è importante essere in grado di utilizzare correttamente i formati aperti, nella fattispecie per il mondo della modellazione BIM si parla del formato IFC, e comprendere bene quali requisiti informativi sia necessario condividere nell’esportazione di un modello.

Ci può raccontare di qualche progetto che ha segnato la sua crescita personale?
Quello che sto seguendo più da vicino e con cui sono cresciuta professionalmente è il lavoro che stiamo portando avanti per il Comune di Pordenone come consulenti per l’implementazione BIM, in cui io mi occupo di CDE Management. Siamo partiti fin dalle prime fasi di progetto di tre commesse pilota in BIM e attualmente stiamo seguendo l’appalto integrato nella fase di costruzione delle opere. Abbiamo accompagnato il comune nel percorso che lo ha portato a redigere la propria struttura interna BIM; siamo partiti dall’organizzazione dell’ente, sviluppando i Capitolati Informativi da allegare ai documenti di gare e successivamente abbiamo proseguito con l’attività di BIM&CDE Management nella gestione del progetto e la condivisione dei dati; con Compa poi abbiamo creato il primo centro di competenza BIM per la PA.  Siamo partiti nel 2022, eravamo ancora nella non obbligatorietà ed è stata quindi una scelta volontaria dei clienti di sviluppare il BIM per portare avanti un processo di crescita e di digitalizzazione. Un altro progetto importante che sto seguendo e che è un esempio positivo di cosa significhi utilizzare ambiente condivisione dei dati è la riqualificazione ed ampliamento di un complesso industriale, dove per volontà della Committenza è stato scelto di svolgere la progettazione in BIM e l’utilizzo corretto dell’ACDat fa ben comprendere i benefici di un processo BIM.
Oggi, nonostante le difficoltà, molti dei nostri clienti ora adottano il BIM nella quotidianità lavorativa e hanno migliorato il proprio modo di lavorare.

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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