Dopo la laurea in Architettura presso l’Università IUAV di Venezia, Katia Lunardi si trasferisce a Milano dove inizialmente collabora con un’azienda di Interior Designer. Nel 2020 inizia un percorso legato al BIM conseguendo il Master ‘BIM Manager’ al Politecnico di Milano – gruppo BIMabc. Attualmente ricopre il ruolo di CDE Manager presso Capgemini Italia.
Quale è stato il suo approccio al BIM e alla digitalizzazione in ambito delle costruzioni?
Ho sempre avuto una particolare predisposizione per l’arte e l’architettura. Di conseguenza ho deciso di seguire il corso di Scienze dell’Architettura a Venezia e successivamente ho frequentato il corso di laurea magistrale in Architettura per il Paesaggio e Sostenibilità. In questi anni ho avuto modo di approcciare la progettazione utilizzando sia i metodi tradizionali che i nuovi strumenti digitali. Ciò mi ha dato l’opportunità di conoscere ed approfondire i diversi aspetti della professione di architetto.
A Milano ho iniziato a collaborare con un piccolo studio di architettura che si occupava principalmente del settore residenziale ed Interior Design. In questo contesto ho sviluppato competenze legate alla visualizzazione 3D attraverso la partecipazione a corsi sull’utilizzo dei software Rhinoceros e 3D Max con V-Ray presso l’Istituto Europero di Design. Gradualmente ho rivolto la mia attenzione alla metodologia BIM che assumeva una crescente rilevanza nel mondo dell’ambiente costruito. Ho seguito il Master al Politecnico con cui ho avviato una collaborazione prima di entrare nel mondo della consulenza.
Oggi quali sono le competenze della sua figura professionale?
Il CDE Manager è una figura trasversale che deve garantire la corretta transazione dei dati all’interno dell’ambiente di condivisione e deve quindi avere anche delle conoscenze di infrastrutture di rete, di protocolli di scambio e sicurezza e di linguaggio di programmazione base.
In Capgemini stavano cercando una figura di CDE Manager in ambito Energy, una persona che si occupasse di implementare il CDE a livello corporate seguendo lo sviluppo della piattaforma. Ho trovato subito il progetto particolarmente interessante. Si trattava di seguire la configurazione dell’ambiente affiancando un team di sviluppatori esperti a livello IT.
Parte del mio lavoro è proporre soluzioni per integrare piattaforme in cloud supportando la definizione dell’architettura IT.
L’azienda cliente è una società a partecipazione mista pubblica e privata. Sta portando avanti progetti pilota di implementazione del BIM che prevedono lo sviluppo di una piattaforma di CDE Management con configurazioni custom. L’esigenza di avere una soluzione personalizzata nasce dal fatto che allo stato attuale ci sono ancora carenze normative riguardanti principalmentela semantica, la tassonomia e l’interoperabilità dei dati tra piattaforme differenti.
Quali sono gli obbiettivi e le attività che sta portando avanti oggi?
Per alcuni anni mi sono occupata dell’implementazione e set up di CDE. A partire dalla configurazione della libreria delle classi e modello dati alla definizione dell’ambiente cloud, codifica delle figure coinvolte nei progetti, naming convention, workflow approvativi, permessi utenti, ecc.
Adesso sto supportando il cliente con servizi di project management nella gestione di progetti ed iniziative nel perimetro IT di ingegneria e costruzioni.
Gli obiettivi sono ottimizzare i processi operativi, facilitare la collaborazione tra tutti gli stakeholders, monitorare e ridurre tempi e costi progettuali.
Come riesce a mantenersi professionalmente aggiornata?
Attraverso dei corsi formativi specifici annuali mantengo aggiornate competenze e conoscenze relative alla figura professionale. Sicuramente molti input arrivano dal lavoro quotidiano e dal confronto con i colleghi. Essere sempre aggiornati sulle novità tecnologiche e procedurali è fondamentale. Bisogna avere uno sguardo attento sul settore per cogliere i nuovi sviluppi. Soprattutto come figura di CDE Manager è necessario considerare diversi aspetti in maniera trasversale del BIM e della digitalizzazione.
Cosa ne pensa dell’obbligatorietà del BIM dal 1° gennaio 2025 cosa succederà sul mercato?
Non sono sicura che gli enti pubblici siano preparati ad affrontare questo cambiamento impattante. Le stazioni appaltanti più grandi si sono già da tempo organizzate e strutturate per spingere la digitalizzazione e implementare il BIM, ma sono eccezioni in evoluzione. Qualcosa si dovrà per forza muovere in questa direzione. Credo che le società di consulenza avranno un ruolo molto importante nel diffondere e collaborare alla costruzione di una cultura comune in tal senso.