Martina Cuccari, Starching: il BIM è un pilastro della progettazione

BIM Manager certificato, l’Arch. Martina Cuccari ha intrapreso la sua carriera nella direzione del BIM dopo la laurea in Architettura del Paesaggio sperimentando e mettendo in pratica quello che ha imparato sul campo. Oggi è BIM manager di Starching.

Quale è stato il suo percorso di studi e professionale che l’ha portata al BIM e alla digitalizzazione dei processi?
Il mio percorso di studi, nello specifico laurea specialistica in Architettura del Paesaggio, non è stata il vero motore che mi ha avvicinato alla metodologia BIM, bensì la mia prima collaborazione con una società di architettura che basava il 50% delle sue attività nella formazione.
Nello specifico davano come servizi la formazione per una migliore conoscenza di vari software, i più classici di quegli anni, ma con uno sguardo verso il mercato estero, il che mi ha portato ad avvicinarmi al mondo dei software di BIM Authoring, senza però ancora capirne l’effettivo potenziale.
Si parla del 2011 e in Italia sono poche le figure che conoscono la differenza tra la metodologia BIM, ai tempi ancora puramente anglosassone, e l’utilizzo di software per la modellazione avanzata.
Ho iniziato così a studiare in maniera autodidatta, attraverso le normative europee, e a testare in prima persona l’utilizzo tanto del software quanto del metodo, constatando quanto questo processo fosse la strada migliore per permettere il flusso di lavoro più coerente e agevole già dai suoi primi passi.

Come potrebbe descrivere il suo ruolo professionale? Quali compiti e principali mansioni deve svolgere?
Nel corso della mia carriera ho svolto tutti i ruoli inerenti il BIM, che mi hanno portato a capire come dovrebbero interagire figure, software e informazioni. Dal 2021 sono BIM Manager e CDE Manager, o ACDat Manager per usare i nostri termini italiani.
I miei compiti si possono dividere in due tipologie, quelli di gestione orizzontale, quindi tutto ciò che riguarda la metodologia BIM, standard e regole interne per rendere la società competitiva e sempre aggiornata. Si parla della stesura di linee guida interne, verifica degli standard, costante aggiornamento normativo, software, formazione interna del personale e qualità BIM secondo PdR UNI 74:2019.
Per quanto riguarda la gestione verticale, altro non è che la gestione delle singole commesse a livello puntuale, calando quanto sopra descritto nella peculiarità del progetto e nelle esigenze specifiche del committente. Parliamo della stesura di oGI che diventeranno pGI e linee guida interne per la singola commessa, o ancora kick-off meeting per l’impostazione iniziale della metodologia e del flusso da seguire in base allo stadio di progettazione. Per poi arrivare al controllo e verifica con i Bim Coordinator dell’avanzamento dei lavori, la gestione della piattaforma ACDat e si potrebbe continuare ancora molto.

Quali vantaggi, secondo lei, porta il BIM alla progettazione?
Negli ultimi anni, il Building Information Modeling (BIM) è diventato un pilastro fondamentale per il settore dell’architettura, ingegneria e costruzione (AEC). Questa metodologia non solo permette di creare rappresentazioni digitali dettagliate degli edifici, ma integra anche dati multidisciplinari che sono essenziali per un’efficace progettazione e gestione dei progetti.
Fondamentale la Creazione e Gestione dei Dati, in quanto il BIM consente di raccogliere e gestire informazioni su ogni aspetto di un progetto, dalla fase di progettazione fino alla costruzione e alla messa in funzione. Attraverso modelli tridimensionali altamente dettagliati, i professionisti possono visualizzare le diverse componenti di un’opera, analizzarle e modificarle in modo dinamico. Ciò facilita la pianificazione e riduce il rischio di errori, poiché tutte le parti coinvolte possono accedere a informazioni aggiornate e condivise.
La collaborazione in Tempo Reale, una delle caratteristiche più significative del BIM, la sua capacità di operare su una piattaforma cloud aperta, che consente la collaborazione in tempo reale tra diversi attori del progetto. Architetti, ingegneri, appaltatori e fornitori possono lavorare simultaneamente sullo stesso modello, apportando modifiche istantanee e ricevendo feedback immediati. Questo livello di integrazione migliora la comunicazione e assicura che le decisioni siano basate su dati accurati e aggiornati.
I Vantaggi e la Sostenibilità grazie a una maggiore visibilità durante tutto il ciclo di vita del progetto. Le informazioni chiaramente strutturate e facilmente accessibili consentono ai team di prendere decisioni più informate, individuando rapidamente potenziali problemi e valutando soluzioni alternative. Questo approccio non solo aiuta a ridurre l’impatto ambientale degli edifici, ma contribuisce anche a una significativa riduzione dei costi complessivi del progetto.
In sintesi, il BIM rappresenta una rivoluzione nel modo in cui vengono concepiti e gestiti i progetti nel settore AEC. La capacità di integrare dati multidisciplinari e facilitare la collaborazione in tempo reale non solo migliora l’efficienza e la qualità del lavoro, ma promuove anche pratiche più sostenibili e una gestione dei costi più efficace. L’adozione del BIM è destinata a crescere, rendendo questo strumento essenziale per affrontare le sfide future nella costruzione e nella gestione degli spazi.

Può raccontarci qualche progetto su cui sta lavorando?
Ad oggi sono diversi i progetti su cui lavoro ma sicuramente quello che può raccontare meglio l’esperienza BIM è la progettazione e costruzione di una Residenza Universitaria a Milano.
L’edificio aveva una struttura posata nel 2017 e non coerente con il progetto definitivo messo a base di gara. L’incarico prevedeva la progettazione esecutiva, costruttiva e As-built in BIM.
Partendo dal rilievo con nuvola di punti è stata restituita una modellazione delle condizioni esistenti che ha portato ad una evoluzione progettuale veloce garantendo il minor numero di problematiche in cantiere. Un esempio sono state le forometrie dei cavedi già fatte ma non adeguate al progetto impiantistico dato che, arrivato prima ancora di avere la collisione in cantiere, ha portato alla creazione di un alert acquisito dai progettisti e dall’impresa costruttrice. La sua risoluzione è avvenuta ove possibile con scelte progettuali differenti o dall’ampliamento dei cavedi per il passaggio impiantistico.
Questa metodologia ha permesso, grazie al coordinamento multidisciplinare e all’utilizzo di set di parametri adeguati, un controllo costante sulle scelte progettuali migliori, i costi e le quantità, portando ad una consegna in conformità con i tempi contrattuali.

Qual è, secondo lei, l’evoluzione che sta avendo il BIM in Italia?
Negli ultimi anni, il Building Information Modeling (BIM) ha iniziato a guadagnare un’importanza crescente nel panorama dell’architettura, dell’ingegneria e delle costruzioni in Italia. Questa evoluzione è influenzata da diversi fattori, tra cui l’innovazione tecnologica, le normative europee e la necessità di migliorare la sostenibilità e l’efficienza nel settore.
Uno dei più significativi catalizzatori per l’adozione del BIM in Italia è stata l’introduzione di normative specifiche, come il Decreto Ministeriale del 2017, che prevede l’uso del BIM per opere pubbliche. Questo ha spinto molti professionisti e aziende a investire nella formazione e nelle tecnologie necessarie, favorendo una maggiore standardizzazione dei processi di progettazione e costruzione.
In sintesi, il BIM in Italia sta attraversando un periodo di profonda evoluzione, spinto da normative favorevoli, necessità di innovazione e un crescente interesse per la sostenibilità. Mentre il settore continua a evolversi, sarà fondamentale che tutti gli attori coinvolti collaborino per superare le sfide attuali e massimizzare i vantaggi che il BIM può offrire. La strada è tracciata, e la promessa di un futuro più efficiente e sostenibile è a portata di mano.

Quale percorso può suggerire ad un giovane che vuole intraprendere la carriera come progettista BIM?
Risponderei inizialmente in maniera accademica, sottolineando l’importanza della formazione sui software specifici per il BIM, la frequentazione di corsi dedicati, oggi ampiamente disponibili presso università, istituti tecnici o anche online. Questi corsi spesso includono anche certificazioni ufficiali che attestano le competenze acquisite. Inoltre, è fondamentale integrare questa formazione con esperienza pratica, ottenibile tramite tirocini, collaborazioni con studi di architettura e ingegneria, o partecipando a progetti concreti. Questo approccio combinato garantisce una preparazione completa e applicabile nel mondo professionale.
Ma se dovessi suggerire un metodo vorrei allora consigliare che quanto sopra descritto richiede un equilibrio tra conoscenza tecnica, esperienza progettuale e un percorso formativo ben strutturato.
Prima di specializzarsi in ruoli come BIM Specialist, BIM Coordinator o BIM Manager, è essenziale avere una solida base nella progettazione architettonica, ingegneristica o di altre discipline rilevanti. Questo garantisce la comprensione del contesto e delle esigenze di un progetto.
Diventare una figura cardine nel BIM non può essere un processo immediato. Serve un approccio graduale che includa, oltre alla formazione tecnica sui software e l’esperienza pratica, anche delle competenze trasversali come quella di sviluppare la capacità di gestione di un progetto, la capacità di comunicazione e problem solving.
Così come frequentare corsi specifici per BIM Coordinator o BIM Manager, sicuramente utili, non possono essere il punto di partenza senza una base adeguata in quanto rischiano di formare professionisti teoricamente preparati, ma incapaci di affrontare la complessità pratica di un progetto. Come sottolineato, il percorso BIM richiede una mentalità orientata al miglioramento continuo. Oltre alla formazione iniziale, è fondamentale aggiornarsi costantemente. Per diventare una figura chiave, il progettista BIM deve non solo padroneggiare gli strumenti tecnici, ma anche avere la capacità di dialogare con tutte le figure coinvolte nel progetto, assumendo un ruolo di leadership quando necessario.

 Quali le prospettive del BIM in Italia?
La cultura del BIM sta lentamente prendendo piede in Italia, grazie a iniziative educative e di sensibilizzazione. Università, associazioni professionali e aziende stanno promuovendo corsi e master dedicati al BIM, contribuendo alla formazione di professionisti competenti. L’accrescimento delle competenze e una maggiore consapevolezza dei vantaggi del BIM possono favorire un’adozione più rapida e uniforme nel settore.
Nonostante le prospettive positive, ci sono ancora sfide da affrontare. La resistenza al cambiamento, la mancanza di capitali investiti e la carenza di standardizzazione delle informazioni BIM sono problematiche che devono essere risolte. Inoltre, la frammentazione del mercato delle costruzioni in Italia richiede un impegno collettivo per garantire che il BIM venga adottato uniformemente in tutto il settore.
In sintesi, le prospettive del BIM in Italia sono caratterizzate da opportunità significative e da sfide da superare. Con il supporto normativo adeguato, l’educazione continua e l’integrazione di nuove tecnologie, il BIM potrà diventare uno strumento fondamentale per il futuro dell’industria delle costruzioni italiana, promuovendo non solo efficienza e innovazione, ma anche sostenibilità e qualità progettuale.

 

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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