La Cattedrale di Notre-Dame, uno dei simboli più iconici di Parigi, è stata gravemente danneggiata da un devastante incendio il 15 aprile 2019. Dopo questo tragico evento, è stato avviato un importante intervento di restauro, che ha richiesto oltre cinque anni di lavoro e un investimento di 700 milioni di euro. Oggi il restauro è finalmente completo, ma una domanda sorge spontanea: come possiamo prevenire tragedie simili in futuro? Su questo tema interviene Roderick Bates, Director of Corporate Development di Chaos, con una risposta molto chiara: il rendering 3D. “Il rendering 3D ha permesso di ricostruire virtualmente ogni elemento architettonico della Cattedrale con una precisione e un livello di dettaglio impossibili da raggiungere con le metodologie tradizionali.” – afferma Roderick Bates (nella foto) – “Grazie a questa tecnologia, gli esperti sono stati in grado di eseguire un restauro accurato, che ha reso l’edificio più sicuro e resistente anche per il futuro”.
Le innovazioni tecnologiche rappresentano un’opportunità fondamentale per proteggere e preservare il patrimonio culturale, facilitando una gestione più sicura e una prevenzione più efficace di danni futuri. In questo ambito, ma non solo, opera Chaos, azienda specializzzta nelle soluzioni di rendering 3D, che offre tecnologie avanzate capaci di creare modelli digitali estremamente precisi.
La scansione laser della Cattedrale, effettuata 4 anni prima dell’incendio dall’esperto d’arte Andrew Tallon per un altro progetto, ha fornito un modello fondamentale per il restauro. Successivamente il rendering 3D ha permesso di simulare disastri, come incendi e allagamenti, per identificare i rischi potenziali e progettare soluzioni in grado di garantire la sicurezza del monumento nel lungo periodo. Grazie a questa tecnologia, il processo di restauro è stato accelerato: il team ha potuto collaborare per valutare rapidamente i danni, sovrapporre mappe storiche e immagini post-incendio, e sviluppare soluzioni precise per il recupero.
L’utilizzo di tecniche tradizionali per la valutazione dei danni è estremamente dispendioso sia in termini di tempo che di lavoro. Grazie a rendering 3D immediati e dettagliati, i team responsabili del restauro possono sovrapporre le mappe storiche alle immagini successive al disastro, valutando rapidamente l’entità dei danni e l’integrità strutturale.
Una volta ottenute queste informazioni, i progettisti possono stimare con precisione la manodopera e i materiali necessari, ottimizzando l’efficienza degli sforzi per il recupero e controllando i costi. Inoltre, il modello 3D diventa una risorsa preziosa per la manutenzione continua, al fine di garantire la conservazione del restauro.
Il team di restauro – architetti, ingegneri, operai edili e restauratori – può lavorare in modo collaborativo utilizzando il rendering. Tale approccio garantisce che il processo si svolga in modo fluido, consentendo a ogni squadra di percepire l’impatto dei propri interventi sul progetto nel suo complesso. Inoltre, quando si trattano tesori nazionali come Notre-Dame, l’opinione pubblica è fondamentale per i progettisti, in quanto è il pubblico la parte più interessata al progetto. Così, per sensibilizzare le parti in causa, sono stati presentati ai cittadini parigini quattro rendering 3D, consentendo loro di votare il progetto preferito. Durante l’intero processo di restauro è stato quindi raggiunto il giusto equilibrio tra competenze e sensibilità del pubblico. Mentre il rendering 3D si è chiaramente rivelato fondamentale per il restauro di Notre-Dame, il suo potenziale più ampio risiede nella salvaguardia di futuri progetti di conservazione storica.
Oltre alla conservazione, un altro aspetto fondamentale emerso dal restauro della Cattedrale di Notre-Dame è il concetto di “future-proofing” ovvero l’utilizzo del rendering 3D per simulare eventi catastrofici e prevedere potenziali rischi, come incendi, allagamenti o disastri naturali. Le simulazioni permettono di identificare vulnerabilità e di progettare sistemi di sicurezza più efficaci, garantendo che gli edifici siano protetti meglio da eventi imprevisti.
L’integrazione della tecnologia BIM (Building Information Modeling) permette di testare la reazione dei materiali in caso di incendio e di ottimizzare il posizionamento di dispositivi di sicurezza come allarmi e sprinkler. Ciò consente di individuare eventuali conflitti tra queste misure di sicurezza e la configurazione architettonica, assicurando una più sicura evacuazione in caso di emergenza. Inoltre, la collaborazione tra architetti, ingegneri, restauratori e operai edili è stata facilitata dall’uso del rendering 3D, che ha garantito una comprensione condivisa di ogni aspetto del progetto.
Le catastrofi naturali possono verificarsi in qualsiasi momento, distruggendo punti di riferimento culturali e mettendo in pericolo la vita delle persone. Un software di rendering 3D può anche riprodurre alcuni aspetti di uno scenario di emergenza, come le vittime, il fumo e i detriti. Queste rappresentazioni strutturali consentono di simulare diversi scenari e di sperimentare misure di sicurezza in caso di catastrofe.
Una pianificazione accurata dei metodi di evacuazione è fondamentale per affrontare eventi come terremoti, tsunami e incendi. Sebbene le esercitazioni di evacuazione nel mondo reale siano efficaci, presentano spesso difficoltà, rischi e costi elevati. In questo contesto, il rendering 3D rappresenta una soluzione più sicura ed economica, consentendo simulazioni precise e accessibili senza la necessità di interventi fisici rischiosi o costosi.
“Il restauro di Notre-Dame rappresenta non solo una rinascita culturale, ma anche una lezione sul valore della collaborazione e dell’innovazione nel campo della conservazione dei monumenti storici.” – ha concluso Roderick Bates – “Grazie all’avanzata tecnologia di rendering, il recupero di questo straordinario simbolo è stato completato in soli cinque anni, un traguardo che un tempo sembrava impensabile”.