Zuanier Associati: implementare il BIM non solo perché lo richiede la normativa

Zuanier Associati è uno studio di architettura e ingegneria con sede a Venezia, fondato più di trent’anni fa da Flavio Zuanier, che prosegue oggi il suo percorso insieme ai partner Federico Zuanier e Giulia Borella puntando sulla digitalizzazione dei processi e il BIM come ci racconta Federico Zuanier (nella foto a destra).

Come nasce la vostra società e come si è sviluppata negli anni?
Il nostro studio è stato fondato da mio padre e adesso siamo tre soci e copriamo ogni aspetto della progettazione in ambito architettura e ingegneria. A supportarci nello svolgimento operativo del nostro lavoro abbiamo poi una serie di collaboratori e consulenti che ci ha permesso di sviluppare l’attività in tutti i settori dell’edilizia, acquisendo una esperienza specifica nella Progettazione e Direzione Lavori inerente il restauro, le nuove costruzioni e la riqualificazione urbana. Negli ultimi anni abbiamo subito una grande trasformazione puntando molto sulla digitalizzazione e sulla partecipazione a gare e bandi pubblici questo grazie anche ai fondi del PNRR che hanno dato una spinta decisiva al settore.

Quali sono state le principali trasformazioni che riguardano i vostri processi?
Devo dire che abbiamo principalmente investito sul capitale umano. I nostri collaboratori sono già nativi digitali con competenze e capacità trasversali. Quindi la nostra ricerca si è indirizzata fin da subito su figure che potessero già avere una predisposizione al digitale e nell’ottica di portare avanti uno sviluppo dei nostri processi abbiamo promosso attività di formazione. Un mio collaboratore ed io abbiamo, ad esempio, sostenuto il percorso per la certificazione rispettivamente come BIM Specialist e BIM Manager.

Cosa ne pensa quindi del valore della certificazione?
Oggi è molto importante per poter partecipare a gare d’appalto e bandi pubblici, ma credo che debba essere accompagnata da un percorso professionale e da un’esperienza di progettazione importante. Credo sia un modo, comunque, anche per confrontarsi con altre realtà e venire a contatto con esperienze diverse che possono portare anche a delle sinergie, aggiornandosi e interagendo con altri soggetti. Il limite che vedo nel BIM è che spesso ci confrontiamo con figure professionali certificate BIM ma spesso con mancanza di esperienza

Nel 2025 entra in vigore l’obbligo di utilizzare il BIM in progetti al di sopra del milione di euro cosa ne pensa?
Credo che sia una spinta importante, ma vorrei evitare un mero esercizio tecnologico perché richiesto dalla normativa. Si deve cominciare a cambiare completamente mentalità e pensare al BIM come una standardizzazione del processo che deve essere interdisciplinare e coinvolgere tutte le fasi di realizzazione di un manufatto. Lavorare in BIM non vuol dire solo utilizzare un software di progettazione tridimensionale, ma creare un modello digitale che contenga tutte le informazioni relative al progetto.

Una delle critiche che viene mosse all’introduzione del BIM è che funziona solo con opera grandi e complesse, dal vostro punto di vista quali sono i vantaggi del BIM?
Non possiamo dire che il BIM sia economicamente vantaggioso nella sua implementazione non solo per i costi della licenza ma il tempo di produzione gli investimenti nel personale e nella formazione. Questo però è ovviamente lo scoglio iniziale che spaventa molti, il settore però sta andando in questa direzione perché una volta standardizzati i processi i vantaggi sono tangibili e si ottiene davvero un risparmio di tempi e costi questo anche nella progettazione di opere più semplici. La parametrizzazione degli elementi può essere di grande aiuto soprattutto nella gestione delle varianti che può essere fatta molto prima che si arrivi in cantiere.

Lavorando con la committenza pubblica vi siete resi conto della situazione?
Sicuramente la committenza pubblica si sta orientando verso una maggiore digitalizzazione soprattutto se parliamo di grossi comuni e stiamo assistendo ad un importante cambio generazionale che porta freschezza e competenze digitali. Non tutte le amministrazioni sono però in grado di gestire da soli i progetti in BIM e decidono di rivolgersi a progetti terzi per la filiera di controllo e gestione. Questo credo che porti ad un rallentamento dell’implementazione del BIM e a costi ulteriori per una amministrazione che fatica quindi a fare un vero cambio culturale. Noi professionisti abbiamo investito tanto in questi processi perché fin da subito abbiamo compreso il vantaggio di operare utilizzando questa nuova metodologia questo valore però non ci viene riconosciuto. Siamo poi molto indietro sul facility management e la gestione futura di un manufatto perché le aziende che se ne occupano rarissimamente sono in grado di implementare questa fase all’interno di un modello BIM.

 Ci può raccontare di qualche progetto particolarmente importante per voi?
Per Ater Treviso insieme a nostri partner di progetto abbiamo da poco avviato un intervento di demolizione e ricostruzione di due edifici di edilizia sociale a Treviso. Questo è stato per noi un progetto importante perché abbiamo avuto la possibilità di sperimentare il processo BIM su un’opera di una certa complessità puntando anche sulla realizzazione di edifici con alte prestazioni energetiche per andare incontro alle esigenze dell’utenza finale. Il cantiere è stato aperto a inizio anno e la costruzione sta procedendo spedita. Abbiamo poi deciso in maniera autonoma di fare la progettazione in BIM per uno studio di fattibilità con committente il Comune di Lecco che intende realizzare un hub, una nuova stazione intermodale per il trasporto pubblico urbano. Da ultimo stiamo completando un intervento di riqualificazione dell’ex Emeroteca nel cuore di Mestre che diverrà “casa dell’arte” con atelier per artisti ed un caffè letterario aperto al pubblico.

(Nelle foto, una selezione di immagini dei progetti: Residence Feltrina per Ater Treviso (BIM); Caffè Letterario per Musei Civici Veneziani)

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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